giovedì 6 febbraio 2014

Consociazione degli ortaggi, l’uovo di Colombo per chi ha poco spazio

Consociazione degli ortaggi, l’uovo di Colombo per chi ha poco spazio

La consociazione è una tecnica avente principalmente due obiettivi. Il primo consiste nello sfruttare le naturali simpatie delle piante, per cui la vicinanza di una specie ad un’altra può migliorare la produttività o il grado di resistenza alle malattie o ai parassiti. Il secondo è l’ottimizzazione degli spazi cioè la possibilità di coltivare quanti più ortaggi nel minor spazio possibile

La consociazione, come dice la parola stessa, consiste nel coltivare più di una pianta nel  medesimo spazio.  Nel caso degli ortaggi, questi si possono consociare tenendo conto di diversi aspetti che riguardano prevalentemente l’epoca di vegetazione e le dimensioni raggiunte al massimo sviluppo. Per esempio si possono consociare i peperoni , nei primi 40-50 giorni successivi al trapianto, con la lattuga. Infatti, in quei giorni il peperone è ancora troppo piccolo per sovrastare la lattuga; quando comincerà ad occupare tutto il suo spazio, sarà già ora di raccogliere la lattuga.

Consociazione di lattuga Barba di frate e peperone.
 
 


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Un altro metodo di consociazione consiste nel trapiantare alcuni ortaggi nello stesso spazio di piante che stanno completando il loro ciclo produttivo, ma non l’hanno ancora completato: diciamo, un mese prima che queste piante vengano estirpate. La pianta al termine del ciclo deve essere una di quelle che richiedono concimazione abbondante, mentre le nuove dovrebbero essere di quelle che non richiedono concimazione in quanto sfruttano preferibilmente quella della coltura precedente. Questo evita di dover rimuovere il terreno del vaso per rifare una concimazione profonda.

La zucca chge è rampicante colonizza la parte alta dell'area. In basso due finocchi cominceranno a sovrastare l'insalata quando questa sarà già pronta per essere raccolta.
 

La vecchia pianta potrà essere stretta un po’ da parte con l’aiuto di tutori e legature per lasciare una zona di luce nel vaso. In questa zona si trapianterà la nuova piantina. Al momento di eliminare la pianta vecchia questa non va estirpata per evitare che porti con sé anche la nuova, ma si taglierà il fusto appena sotto il livello del terreno. Le radici che restano sotto non daranno fastidio alla nuova pianta. Quanto a questa, non è necessario che sia collocata al centro del vaso: le sue radici comunque colonizzeranno tanto gli spazi vicini quanto quelli lontani.

Zucca rampicante e cipolla.
 
 
In proposito, ecco una tabella con le esigenze nutritive di alcune piante

ESIGENZE NUTRITIVE IN FUNZIONE DELLA CONSOCIAZIONE DI FINE CICLO.

Ortaggi che richiedono concimazioni abbondanti, il cui effetto perdura anche per la coltura successiva

Anguria, bieta, cardo, cavolo, cetriolo, fava, melanzana, melone, peperone, pomodoro, zucca, zucchino.

Ortaggi dalle esigenze nutritive limitate o da rinnovo o che non gradiscono concimazioni fresche.

Aglio, basilico, barbabietola, carota, cicoria, cima di rapa, cipolla, fagiolo, finocchio, indivia, lattuga, pisello, porro, prezzemolo, rapa, ravanello, rucola, sedano, spinacio, valeriana.

 
Peperone, insalata e cipolla
 

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Per quanto detto all’inizio sul tema delle “simpatie” e “antipatie”, e tenendo conto della pratica sviluppata nel tempo dai coltivatori di ortaggi, presento qui sotto un elenco delle consociazioni tipicamente riconosciute come consigliabili o sconsigliabili, cioè quelle per le quali sono stati generalmente riconosciuti effetti positivi o negativi. Dove non viene fornita nessuna indicazione, ognuno può diventare sperimentatore nel suo orto.

CONSOCIAZIONI DI ORTAGGI

Ortaggio

Consigliate

Sconsigliate

Aglio (spicchi)

 

Fagiolo pisello

Anguria

 

Tutte

Barbabietola

Cipolla lattuga ravanello

 

Basilico

Pomodori

 

Bieta

Cipolla

 

Carota

 

Sedano

Cavolo

 

Patata ravanello

Cetriolo e cetriolino

 

Pomodoro ravanello

Cicoria

 

Tutte

Cima di rapa

 

Tutte

Cipolla

Lattuga

 

Fagiolo nano

Mais

Finocchio

Fagiolo rampicante

Mais

 

Fava

 

Tutte

Finocchio

Cavolo cipolla lattuga indivia spinacio

Pomodoro

Indivia

Come la lattuga

 

Lattuga

Carciofo carota cipolla pomodoro ravanello sedano

Prezzemolo

Lattuga da taglio

 

Tutte

Melanzana

Cipolla lattuga

 

Melone

 

Tutte

Patata

Carota fava prezzemolo spinacio

Cavolo pisello sedano

Peperone

Cipolla lattuga

 

Pisello

 

Tutte

Pomodoro

 

Finocchio

Porro

Fagiolino finocchio lattuga

Pisello

Prezzemolo

 

Lattuga

Rapa

Carota cipolla lattuga spinacio

 

Ravanello

Carota cipolla lattuga spinacio

Cetriolo

Rucola

 

 

Sedano

Cavolo lattuga melanzana peperone pomodoro porro

Carota patata

Spinacio

Carciofo cavolo cipolla fagiolo pisello

Tutte

Zucca

 

Tutte

Zucchina

 

Tutte

 
Una melanzana e due cipolle consociate nello stesso vaso da 25 cm
 
 
 
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martedì 4 febbraio 2014

Ortaggi d’inverno. Coltivare la valeriana sul balcone

Ortaggi d’inverno. Coltivare la valeriana sul balcone
 

La Valeriana, detta anche Valerianella, Gallinella o Dolcetta, è un ortaggio che meriterebbe di essere conosciuto e coltivato di più, se non altro per il periodo in cui da il meglio di se, cioè l’inverno. Si tratta di una pianta ben resistente al freddo che può essere seminata fino a tutto novembre per essere raccolta fino a marzo

La valeriana è una pianta adattabile, che può germinare a 15 °C e richiede una temperatura media di 15-20 °C per crescere. Con queste caratteristiche, si presta benissimo ad essere coltivata specialmente in caso sui balconi, che in genere sonio abbastanza riparati dai freddi eccessivi. In caso di qualche nottata imprevista di gelo sarà sufficiente allargare sulla valeriana un telo di tessuto non tessuto.

La valeriana ha foglie tenere e carnose, disposte a rosetta BNella foto: Valeriana d'Olanda a seme grosso
 

Può essere seminata in febbraio-marzo direttamente in terra (non nelle aree soggette a gelate) per la raccolta che va da aprile a giugno. Nel periodo autunnale, invece, può essere seminata da agosto novembre per la raccolta da ottobre a marzo: dunque con le semine più tardive è in grado di superare l’inverno.

E’ originaria del bacino del Mediterraneo, dove viene coltivata almeno da 2.000 anni. Pare che Giovanni Battista, tra le erbe amare di cui si cibava, annoverasse anche la valeriana.

E’ una pianta erbacea annuale, con le radici ramificate e superficiali. Le foglie, che sono la parte commestibile della pianta, sono disposte a rosetta. Solitamente si raccolgono intere le piante più sviluppate, per lasciare più spazio alle altre.

 
 


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Quando ci accingiamo coltivare un orto abbiamo in mente alcuni ortaggi principali, quelli solitamente più presenti sulla nostra tavola, e ignoriamo che la gamma di varietà è veramente vasta. Molti credono che l’orto rappresenti una attività da iniziare in primavera terminare alla fine dell’estate: invece, ci sono moltissimi ortaggi che possono esser coltivati anche l’inverno, semmai con dei piccoli accorgimenti per preservarli dal gelo. Molti altri rimangono stupiti quando affermo che ci sono almeno un centinaio di ortaggi diversi, considerando solo le varietà principali. Questo libricino, per le sue dimensioni e le sue finalità, non vuole essere esaustivo ma vuole offrire una prima base di valutazione e conoscenza.
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Semi di valeriana
 

Esistono diverse cultivar che si distinguono per lo più per la dimensione del seme (piccolo o grosso) e per la forma e colore delle foglie: rotonde o allungate, verdi chiare o verdi scure.

In un grammo ci possono essere dai 500 ai 1000 semi, secondo la varietà.

Non tollera le temperature troppo calde e la siccità prolungata. Se coltivata nelle giornate a fotoperiodo lungo (oltre 15 ore di luce) tende a prefiorire, diventando inutilizzabile sul piano alimentare.

La semina in un vaso rettangolare può essere fatta in file parallele distanti 15 cm o a postarelle di 3-4 semi a 10 cm
 
 


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Il terreno preferito è quello leggermente acido, con pH 5.5-7; comunque la pianta è adattabile anche dal punto di vista della luce, infatti riesce bene anche nelle posizioni a mezzo sole.

La semina in campo si fa in file distanti 20-30 cm in linea continua. In vaso si può seminare più stretta,  interrando postarelle di 3-4 semi alla distanza di 8-10 cm l’uno dall’altro; quando le piantine sono alte almeno 5 cm si dirada lasciando per ogni postarella solo la pianta migliore.

Volendo, si può anche seminare a spaglio piuttosto largo (2 cm tra i semi) e poi raccogliere le piantine più grandi a mano a mano che si sviluppano, lasciando così più spazio a quelle che restano nel terreno.

Semina di valeriana in una grande ciotola tonda. Il seme si interra a 0,5 cm
 

La valeriana ha esigenze nutritive modeste, si può interrare nel vaso un cucchiaio di  stallatico pellettato prima della semina. Se la crescita stenta o la pianta presenta una colorazione sbiadita intervenite con un pizzico ci concime azotato, come per esempio l’urea, sparso in superficie sul vaso, e innaffiate subito per accelerare l’assorbimento.

Valeriana Verde a cuore pieno
 
 
 

Circa le irrigazioni, è importante tenere il terreno sempre umido ma non bagnato. Per raccogliere le prime piantine sono necessari da 60 a 90 giorni dalla semina. Le foglie della valeriana sono tenere e carnose, ed hanno un sapore dolce e amaro nello stesso tempo. Vengono consumate crude, anche da sole, ma generalmente miste ad altre insalate. Hanno scarso valore energetico ma sono ricche di vitamine.
La valeriana è difficilmente conservabile, una volta raccolta si mantiene per poco tempo in frigorifero ma perde presto la sua freschezza.

Valeriana d'Olanda
 
 
 
 
 
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